SPETTACOLO TEATRALE
di Flavio Stroppini
con Matteo Carassini
Light Design Marzio Picchetti
Assistenti light design Pietro Maspero e Nicolò Baggio
Musiche originali Matteo Carassini
Produzione Monica De Benedictis
Regia Flavio Stroppini
Produzione NucleoMeccanico.com
C’ERA UNA VOLTA LA TEMPESTA
OVVERO LA RIVOLTA DEI PIRATI MAZZARDITI DEL LAGO MAGGIORE
Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni.
Ma i sogni sono più grandi, più hai la possibilità di sognare.
La maggior parte della gente cerca solo di non fare incubi,
E se può, il mattino, non li vuole ricordare.
Tra il racconto e la canzone (in italiano e dialetto), una storia d’altri tempi che parla anche dei nostri giorni. Come tutto Shakespeare d’altronde. No?
I temi de “la tempesta”, ultima opera di Shakespeare, sono “libertà e prigionia, avidità, potere e magia. Sono gli stessi temi che ruotano attorno alla storia dei cinque fratelli Mazzarditi, definiti pirati, che nel 1400 cercarono di costruire una loro repubblica sul lago Maggiore. Nonostante la leggenda “nera” che li circonda, i fratelli di Cannobio sono probabilmente i protagonisti di una delle più grandi ribellioni contro il dominio di un’autorità (alla loro epoca Milano. Vicina alla Milano usurpata a Prospero). I Mazzarditi resistettero in un castello (nei pressi di Cannero), su un isolotto nel Lago Maggiore a qualche decina di metri dalla riva. Oggi non mancano le leggende che parlano di echi di catene, urla di guardie e fuochi che illuminano le notti dove una ciurma di pirati sanguinari, capi di una banda di “bravacci” dispotici, tornano a farci rivivere le loro avventure. È così che cercando di raccontare la storia di Prospero, di Miranda, di Antonio, di Trinculo, di Calibano, dello spirito dell’aria Ariel e del cantiniere perennemente ubriaco Stefano -molto simile a lui- un cantastorie si trova “quasi” obbligato a metterle in relazione con quella dei pirati Mazzarditi e alla loro ricerca di libertà, così contemporanea al nostro vivere oggi.
In questo modo, così vicino alla narrazione orale dei vecchi cantastorie, si raccontano i cinque atti de La tempesta mescolati con la storia dei pirati Mazzarditi, così vicini all’opera di Shakespeare da pensare che forse, nella sua ultima opera, il Grande Bardo si sia ispirato un poco anche a loro.