CROSSMEDIA PROJECT
Produzione: Nucleo Meccanico in coproduzione con Gabriele Capelli Editore.
Con il sostegno di Gwenstival Festival Internazionale di Radiofonia , Zweetz
2013
A cura di Flavio Stroppini
Racconti di Prisca Agustoni, Fabiano Alborghetti, Patrizia Barbuiani, Daniele Bernardi, Andrea Bianchetti, Lorenzo Buccella, Niccolò Castelli, Mario Fabio, Andrea Fazioli, Gilberto Isella, Elena Jurissevich, Claudio Lo Russo, Sebastiano Marvin, Oscar Matti, Manuela Mazzi, Gerry Mottis, Alberto Nessi, Francesca Rigotti, Sergio Roic, Anna Ruchat, Nando Snozzi, Filippo Zanoli, Markus Zohner
Guglielmo Tell scoccò, colpì la mela e divenne l’eroe nazionale Svizzero. A cosa pensò quando tutti i presenti trattennero il fiato?
Trattenne il fiato anche lui?
Al progetto partecipano autori della svizzera Italiana e tra loro, per scelta del curatore, anche una selezione di artisti di altri campi (cinema, teatro, pittura, musica, giornalismo).
La particolare riflessione sul mito viene recitata da Marco Pezza in occasione della IV edizione del Festival Internazionale di Musica e Cultura Gwenstival (www.gwenstival.com).
Ogni giorno, durante il mese del festival, un monologo.
Le prime tracce della storia di Guglielmo Tell si trovano nel “Libro Bianco di Sarnen” e poi… Ma non è questa la nostra storia.
Ricordiamo che nel Tell di Lemierre, in quello di Rossini, nel racconto di Soave… Ma non è questa la nostra storia.
Tell è esistito? Era un cittadino di Bürglen? Assomigliava alle vivaci rappresentazioni settecentesche di Füssli o a quella di Danioth? Ma queste sono tutte altre storie.
La nostra storia non è ancora stata raccontata.
Perché nessuno lo ha fatto pensare, Guglielmo Tell. Ha sempre parlato ad alta voce, lui.
Eh già… gli eroi non pensano! Agiscono! Eh già…
Ma lui, l’impavido eroe, il granitico eroe… mica era una statua. Non ancora almeno. No, pensava. Il mattino s’era svegliato e: aveva un fastidioso callo, un principio di cataratta, si malediva per non essere altrove, non era il padre di Gualtierino, era convinto che ci fosse un filo invisibile tra balestra e mela a cui agganciare il dardo, si pentiva per le scarpe scomode, sognava un palazzo e cento odalische danzanti, s’immaginava ancora a letto in preda a quell’incubo di Gessler e del cappello.
Eh sì. È questa la nostra storia. Il pensiero di Tell. Diamoglielo per una volta. Per una volta pensiamo al pensare. Non stiamo tutti ad urlare dal nostro gregge.