TRANSMEDIA PROJECT
Produzione ZWEETZ
Coproduzione: Nucleo Meccanico
partner: Swiss Internet Radio Gwendalyn, www.blackfluo.com,
www.pulverundasche.com, www.fs52.cm Chiasso – culture in movimento
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2013/2016
racconti dei giovani esuli dalle terre dell’Ex Jugoslavia
di Alan Alpenfelt e Ravi Tironi
Dall’inizio del ventesimo secolo i Balcani sono stati stigmatizzati come “polveriere d’Europa”, come se l’incendiarsi della violenza e la nascita di conflitti fossero attribuibili ad un’atavica propensione alla violenza delle popolazioni slave.
Durante il conflitto jugoslavo degli anni ’90, media e politici europei hanno dipinto gli avvenimenti come inevitabile espressione della propensione slava alla violenza. Spesso la stigmatizzazione è stata interiorizzata dalle persone stesse, con conseguenze gravissime. I profughi giunti in Europa per fuggire dal conflitto, hanno vissuto episodi durissimi, il loro percorso di rielaborazione e di crescita, è spesso ostacolato dai pregiudizi nei loro confronti. La convinzione che le persone provenienti dai Balcani siano colleriche, é radicata anche tra coloro che sono normalmente lontani da pregiudizi razziali, come se i fatti storici che hanno colpito la regione dimostrassero la presenza di un carattere genetico predeterminato, che porta a delinquere. I Am Here Now è un progetto composto da quattro linguaggi artistici sulla migrazione contemporanea. Vuole contribuire a minare i pregiudizi razziali ascoltando e dando voce agli esuli che vivono tutt’ora in territorio elvetico, nella convinzione che l’attenzione data alla storia dell’altro sia il primo passo verso la comprensione reciproca. Da un lato, chi racconterà la propria storia si sentirà maggiormente accolto dalla società di arrivo, dall’altro, coloro che ascolteranno le storie degli esuli proveranno maggiore empatia verso di loro.
Comprendere come lo scatenarsi della violenza abbia stupito le persone, come sia facile immedesimarsi nelle reazioni, nelle scelte compiute dalla maggior parte di loro, avvicina e contribuisce ad abbattare i muri dell’indifferenza.
Durante il conflitto jugoslavo degli anni ’90, media e politici europei hanno dipinto gli avvenimenti come inevitabile espressione della propensione slava alla violenza. Spesso la stigmatizzazione è stata interiorizzata dalle persone stesse, con conseguenze gravissime. I profughi giunti in Europa per fuggire dal conflitto, hanno vissuto episodi durissimi, il loro percorso di rielaborazione e di crescita, è spesso ostacolato dai pregiudizi nei loro confronti. La convinzione che le persone provenienti dai Balcani siano colleriche, é radicata anche tra coloro che sono normalmente lontani da pregiudizi razziali, come se i fatti storici che hanno colpito la regione dimostrassero la presenza di un carattere genetico predeterminato, che porta a delinquere. I Am Here Now è un progetto composto da quattro linguaggi artistici sulla migrazione contemporanea. Vuole contribuire a minare i pregiudizi razziali ascoltando e dando voce agli esuli che vivono tutt’ora in territorio elvetico, nella convinzione che l’attenzione data alla storia dell’altro sia il primo passo verso la comprensione reciproca. Da un lato, chi racconterà la propria storia si sentirà maggiormente accolto dalla società di arrivo, dall’altro, coloro che ascolteranno le storie degli esuli proveranno maggiore empatia verso di loro.
Comprendere come lo scatenarsi della violenza abbia stupito le persone, come sia facile immedesimarsi nelle reazioni, nelle scelte compiute dalla maggior parte di loro, avvicina e contribuisce ad abbattare i muri dell’indifferenza.